Il geologo Dario Zampieri, dell'Università di Padova sostiene come “il superamento dei nove confini biofisici spinge la Terra al di fuori delle condizioni tipiche dell’Olocene, col rischio di cambiamento irreversibile a scala globale”. Fra i nove processi planetari per i quali è necessario definire dei valori di controllo c’è il “tasso di perdita di biodiversità”.

Nel 2009 si riteneva che tre dei nove processi planetari avessero superato il confine di sicurezza:  cambiamento climatico, interferenza col ciclo dell’azoto e perdita di biodiversità.

Fermare il declino della biodiversità è un’esigenza primaria per la nostra stessa sopravvivenza, soprattutto ora che i cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la sicurezza, il benessere e la prosperità economica delle comunità umane. Il degrado di specie, habitat ed ecosistemi mette a rischio non solo il presente ma anche il futuro.

Bisogna conservare la natura, ampliare le aree protette, gestirle meglio, metterle in connessione, rafforzandone il ruolo.

Incomprensibile come la “Zona Speciale di Conservazione” (ZSC) SIC codice IT 3240014 dei “laghi di Revine/Tarzo” estesa per 119 ettari, una zona umida e vitale per l’avifauna presente e per quella che può trovare rifugio in futuro, non sia ancora stata considerata “Zona di Protezione Speciale”(ZPS) essendo limitrofa all’adiacente “Zona di Protezione Speciale” (ZPS) della “dorsale prealpina che si estende per 11622 ettari tra Valdobbiadene e Serravalle, SIC codice IT 3240024.

Il Generale del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità Raffaele Manicone ci ricorda che “se l’estinzione delle specie è un fenomeno naturale è la velocità di estinzione delle specie a preoccupare a causa delle attività umane tra le 100 e le 1000 volte superiore rispetto al passato. Non pensiamo solo ai grandi mammiferi ma alle estinzioni di specie sconosciute: insetti, rettili, uccelli. Ad esempio, gli insetti sono fondamentali nell’economia di un foresta, di un bosco, di un ecosistema.” Insetti e piante che a loro volta beneficiano della presenza dei "microrganismi" del suolo che sono l’anello di congiunzione tra la salute del terreno, il benessere degli animali e quello dell’uomo. La biodiversità non è un concetto astratto, è la dimensione della vita biologica sulla terra. Ogni angolo, nicchia, pezzetto di natura può dare il suo contributo, anche quelle rive del lago di Lago che si vogliono occupare di rumore per trasformarle in parco divertimenti.

Nonostante le dimensioni e il peso notevole delle carenze idrogeologiche  e la conseguente necessità di combatterle i laghi di Revine/Tarzo possono dare il loro contributo per la conservazione della diversità biologica e fornire l'acqua e la produttività primaria da cui dipende la vita di numerosi specie di piante, uccelli, piccoli mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati e sono anche importanti depositi di materiale vegetale genetico.

I laghi di Revine/Tarzo e il canale della Tajada sostengono attualmente anche una consistente popolazione di anfibi nella fase critica del loro ciclo vitale, quello della migrazione a fini riproduttivi e ospitano una variegata presenza di specie ittiche.

I laghi di Revine/Tarzo appartengono alla categoria delle “aree umide”.

Le “aree umide” secondo la Convenzione di Ramsar (Iran 1971) e la Convenzione Internazionale sulla diversità biologica (Convenzione di Rio 5/6/92) sono considerate biologicamente tra gli ambienti più produttivi al mondo. Le caratteristiche dell’ecosistema laghi di Revine/Tarzo, la loro critica situazione geomorfologica e idrologica, l’urgenza e la necessità di salvaguardare la loro stessa esistenza biologica rendono inoltre auspicabile la loro inclusione nell’elenco delle aree umide di importanza internazionale.

Anche la richiesta da noi proposta ai comuni rivieraschi di partecipare al bando del PNRR per finanziare l’aggiornamento degli aspetti vegetazionali, floristici, avifaunistici e ittio faunistici del biotopo dei laghi e terreno circostante era finalizzata alla necessità di alzare i livelli di protezione della biodiversità dei laghi e, documentandola, poter così inoltrare al governo italiano una richiesta di riconoscimento ai laghi di Revine/Tarzo di “area umida” ai sensi della Convenzione di Ramsar. Tale convenzione si pone come obiettivo la tutela internazionale delle zone umide mediante la loro individuazione e delimitazione, lo studio degli aspetti caratteristici, in particolare dell'avifauna e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione degli habitat, della flora e della fauna. La Convenzione di Ramsar è stata ratificata e resa esecutiva dall'Italia con il DPR 13 marzo 1976, n. 448 e il governo italiano, aderendo, si è impegnato a garantire un uso razionale delle “Zone Umide” e il “mantenimento” della loro funzione ecologica.

Fra gli impegni che discendono a carico degli Stati aderenti alla convenzione c’è quello di designare le zone umide del proprio territorio, da includere in un elenco di zone umide di importanza internazionale.

Il Parco Regionale di Interesse Locale dei laghi Revine/Tarzo dovrebbe avere fra i suoi scopi principali il mantenimento delle caratteristiche endemiche che caratterizzano la biodiversità dell’habitat dei laghi. Il raggiungimento di questo scopo prefigura un unico ente di gestione del parco dotato di strumenti e competenze specifiche anche per scongiurare un fenomeno in aumento sui laghi, indotto anche dai cambiamenti climatici, che vede specie floristiche, faunistiche e ittiche “alloctone” soppiantare le specie floristiche, faunistiche e ittiche autoctone.

Le specie alloctone competono con quelle autoctone per le risorse, costringendo in molti casi queste ultime all'estinzione locale.

Gruppo Difesa Laghi

04.09.2023